04-05 2020 19:13
wrote:
Qui avevamo meno di vent’anni, e contro tutti c’eravamo sposati. Proprio nel giorno di questa fotografia, magri come levrieri, senza una lira, ma con tutta la vita davanti. João, primo amore, pur avendo solo un anno piú di me aveva una grande maturitá, sapeva tante cose, mi fece conoscere il femminismo, la psicanalisi, la ribellione del suo popolo meraviglioso che fece una rivoluzione senza versare una goccia di sangue. Eravamo in Portogallo insieme, indimenticabile. Aveva avuto una vita difficile, e la solitudine, feroce, era un sasso duro nel suo cuore. Non era facile stargli accanto, ma non si poteva nemmeno stargli lontano. Gli ho perdonato bugie e tradimenti, perché la sua mente era troppo preziosa per scambiarla con banali rancori. Ma eravamo troppo giovani, non poteva durare, anche perché João amava le donne quanto l’Arte, la sua arte colorata e bizzarra che spero davvero trovi uno spazio permanente a Lisbona. Poi João incontró la donna della sua vita, Anna, ed insieme hanno avuto figli splendidi. Noi invece per tutta la vita siamo rimasti amici, 50 anni... L’ultima telefonata, il giorno in cui l’hanno intubato e gli hanno spento la voce, mi ha chiamata:” ci sono tante cose che non sai...” e io: “me le dirai, vieni in Umbria, abbiamo una casa grande, puoi restare quanto vuoi”. Non avevo capito che era l’ultima volta che lo sentivo: per me era immortale, c’era sempre stato e sempre doveva esserci. Ma avevo una certa ansia, il suo continuare a dire”ciao” per non interrompere la comunicazione non mi convinceva. Ho chiamato Anna e mi ha detto che stava male. Ogni giorno gli siamo state accanto col pensiero, un po’ piangendo e un po’ sperando. Poi tre parole: joão è morto. Le aspettavo, ma non volevo sentirle. Non ero pronta, non era pronta Anna, non erano pronti i ragazzi. Ma una cosa vorrei dire a questi suoi figli: vostro padre non era perfetto, ma vi ha amato e non sapete quanto. Era pasticcione, a volte assente, bugiardo, spesso inaffidabile, ma vi amava. Tra le tante cose che, come mi ha detto, “non sai”, questa la so per certo. Siete stati fortunati ad averlo come padre, non sentitevi abbandonati o traditi, perché malgrado tutto, non lo siete stati mai.
04-05 2020 19:13
wrote:
Qui avevamo meno di vent’anni, e contro tutti c’eravamo sposati. Proprio nel giorno di questa fotografia, magri come levrieri, senza una lira, ma con tutta la vita davanti. João, primo amore, pur avendo solo un anno piú di me aveva una grande maturitá, sapeva tante cose, mi fece conoscere il femminismo, la psicanalisi, la ribellione del suo popolo meraviglioso che fece una rivoluzione senza versare una goccia di sangue. Eravamo in Portogallo insieme, indimenticabile. Aveva avuto una vita difficile, e la solitudine, feroce, era un sasso duro nel suo cuore. Non era facile stargli accanto, ma non si poteva nemmeno stargli lontano. Gli ho perdonato bugie e tradimenti, perché la sua mente era troppo preziosa per scambiarla con banali rancori. Ma eravamo troppo giovani, non poteva durare, anche perché João amava le donne quanto l’Arte, la sua arte colorata e bizzarra che spero davvero trovi uno spazio permanente a Lisbona. Poi João incontró la donna della sua vita, Anna, ed insieme hanno avuto figli splendidi. Noi invece per tutta la vita siamo rimasti amici, 50 anni... L’ultima telefonata, il giorno in cui l’hanno intubato e gli hanno spento la voce, mi ha chiamata:” ci sono tante cose che non sai...” e io: “me le dirai, vieni in Umbria, abbiamo una casa grande, puoi restare quanto vuoi”. Non avevo capito che era l’ultima volta che lo sentivo: per me era immortale, c’era sempre stato e sempre doveva esserci. Ma avevo una certa ansia, il suo continuare a dire”ciao” per non interrompere la comunicazione non mi convinceva. Ho chiamato Anna e mi ha detto che stava male. Ogni giorno gli siamo state accanto col pensiero, un po’ piangendo e un po’ sperando. Poi tre parole: joão è morto. Le aspettavo, ma non volevo sentirle. Non ero pronta, non era pronta Anna, non erano pronti i ragazzi. Ma una cosa vorrei dire a questi suoi figli: vostro padre non era perfetto, ma vi ha amato e non sapete quanto. Era pasticcione, a volte assente, bugiardo, spesso inaffidabile, ma vi amava. Tra le tante cose che, come mi ha detto, “non sai”, questa la so per certo. Siete stati fortunati ad averlo come padre, non sentitevi abbandonati o traditi, perché malgrado tutto, non lo siete stati mai.